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... Una città che si esponga per essere "consumata", quale suo prodotto deve mettere in vendita, quale parte di sé deve mostrare? E se questa ipotetica città è Rimini - contraddittoria, "plurima", "liquida", attraente, reazionaria, rivoluzionaria, "amerikana", comunista, consumista, visionaria, patetica, poetica e molto altro ancora (metropoli paesana e "tenero scarabocchio" di Fellini) - quali aspetti, tra i tantissimi possibili, dovrà privilegiare per far breccia nel mercato mondiale del turismo, sempre più agguerrito, competitivo, globalizzato? (...) Ogni manifesto dà una visione parziale, soggettiva ma autentica: singole particelle di verità che, accumulandosi negli anni, e per approssimazioni successive, tendono a dare, di Rimini, una immagine, per quanto possibile, vicina alla verità...